Acqua Da Bere: Contraddizioni E Abitudini Italiane



In Italia si predica bene, ma poi si preferisce l’acqua in bottiglia

Secondo quanto riportato da alcuni report, l’Italia detiene il “triste” primato europeo per il consumo dell’acqua minerale imbottigliata. Nel mondo siamo secondi solo ai messicani. All’interno dell’Unione Europea vengono consumati mediamente poco più di 100 litri annui di acqua in bottiglia e nel nostro paese se ne consumano ogni anno 208 litri a testa. In Messico, la rete idrica è spesso insufficiente, o addirittura inesistente. Il cittadino messicano si vede quindi costretto a comprare l’acqua in bottiglia (tra l’altro commercializzata in boccioni da 20 litri e con vuoto a rendere). Nel Belpaese, invece, il consumatore medio considera l’acqua dell’acquedotto come una risorsa facilmente accessibile e sostenibile per l’ambiente, ma non riesce ad abbandonare l’abitudine di affidarsi all’acqua minerale in bottiglia.

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Comportamenti influenzati dal marketing degli ultimi decenni

Prima dell’introduzione delle bottiglie in plastica e una strategia di marketing, mirata a promuovere il prodotto come una soluzione comoda e leggera per tutte le famiglie, il consumo pro capite dell’acqua imbottigliata era cinque volte inferiore di quello attuale. Infatti, negli anni ‘80 in Italia si consumavano soltanto 40 litri circa all’anno di acqua in bottiglia. L’acqua pubblica non ha mai potuto trarre benefici da campagne di comunicazione studiate ad hoc. Nonostante gli stringenti e i periodici controlli effettuati, l’italiano non è mai stato portato a conoscenza diretta della purezza dell’acqua della rete idrica.

Sono 11 miliardi le bottiglie in plastica di acqua minerale consumate ogni anno dagli italiani, alla quale si aggiungono 2 miliardi di bottiglie di vetro che, anche se meno inquinanti, devono essere pur sempre smaltite. Come evidenziato nel precedente articolo, quasi un terzo delle famiglie italiane non si fida dell’acqua del rubinetto. La preferenza dell’acqua in bottiglia è un comportamento diffuso anche laddove l’acqua dell’acquedotto è perfetta. Un’abitudine che riguarda tutti in nostri connazionali, senza distinzioni di classi, e dalla quale derivano numeri impressionanti che rischiano di tradursi in un vero e proprio allarme rifiuti.

L’acqua del rubinetto fa bene alla salute e all’ambiente

Per fortuna, ultimamente qualcosa sta cambiando. Non possiamo parlare di una vera e propria inversione di marcia ma gli italiani stanno riscoprendo acqua della propria rete idrica. Per molto tempo non ci siamo fidati dell’acqua potabile dell’acquedotto, anche se di solito migliore delle acque oligominerali per il suo maggior contenuto in calcio. Grazie alla ventata ecologista degli ultimi anni e alla volontà di ridurre l’uso della plastica, l’italiano sembra sempre più propenso ad affidarsi a sistemi di filtraggio dell’acqua della propria rete idrica.

Forse questo cambiamento avverrebbe con più rapidità se la qualità dell’acqua del rubinetto venisse certificata e le relative informazioni venissero divulgate più facilmente. Non mancano comunque le iniziative a favore di un consumo consapevole dell’acqua. Utilitalia, ha di recente intrapreso iniziative volte a promuovere la facilità di accesso e la sostenibilità dell’acqua della rete pubblica. Ricordiamoci sempre che dietro all’acqua che esce dal rubinetto c’è il lavoro di oltre 100mila persone. Queste persone effettuando controlli di qualità giornalieri, garantendo un’acqua più sicura e più ecologica per tutti i cittadini.